Abbiamo incontrato un residente che abita qui dalla nascita del quartiere, ci ha raccontato che è stato contento di poter vivere in una zona tranquilla, lontana dal centro cittadino soprattutto quando i figli erano piccoli e potevano giocare in cortile lontani dal traffico e dal caos della città, nonostante il disagio di dover utilizzare la propria auto per recarsi al lavoro o a svolgere qualsiasi altra commissione, poiché i mezzi di trasporto pubblici in questa zona sono sempre stati insufficienti.
Negli ultimi anni, però, da quando i figli non hanno più tanto bisogno di lui nemmeno per la cura dei nipoti che ora sono diventati grandi, si annoia e vorrebbe occupare il suo tempo rendendosi utile e incontrare, come li definisce lui, altri «nonni disoccupati», ma il quartiere non offre spazi di aggregazione sociale e anche il cortile che prima era pieno di bambini che giocavano, ora è pieno di macchine e di persone che vanno sempre di corsa.
Gli abbiamo raccontato del progetto e lui ha chiesto con entusiasmo di poter partecipare alle attività mettendo a disposizione i suoi saperi, il suo fare e il suo tempo perché pensa che sia importante che i ragazzi e gli anziani non vivano più in due mondi separati; oggi, ci dice, «i bambini e i ragazzi, oltre ai membri della propria famiglia non entrano in contatto con altre persone anziane e questo non è certamente un bene né per i ragazzi né per gli anziani».
Il progetto “Terzaetà” è sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso l’Iniziativa Formula in collaborazione con Fondazione Cesvi.